Il primo appuntamento de LO FI ROS si è tenuto nel Comune di Emarèse, in Valle d’Aosta (17/18/19 maggio 2019). In questa occasione il focus è stato posto sull’immagine fotografica, pittorica nonché su di un’azione performativa: differenti espressioni artistiche hanno trasformato l’intero il villaggio (utilizzando edifici rurali di particolare interesse architettonico e luoghi comunitari come il forno e le fontane) in uno scenario ideale, dove il pubblico ha potuto percorrere i vicoli tra le antiche abitazioni ammirando le attività del progetto, riscoprendo ed apprezzando il villaggio stesso.
Questa prima edizione ha visto la presenza della pittrice Debora Diana (muralista di origini sarde che si dedica alla realizzazione di murales dal forte impatto emotivo e fortemente legati ai temi del territorio e delle origini) che, per tutto il periodo di svolgimento dell’evento ha dipinto, all’ingresso del villaggio di Eresaz, un’opera di grandi dimensioni sfruttando le pareti di una cabina di alimentazione, coinvolgendo attivamente la popolazione nella sua realizzazione.
Contemporaneamente il villaggio ha accolto le opere di sei autori: Alessio Zemoz, Ezio e Sara Dellosta, Fabio Dibello, Fabrizio Leonarduzzi, Stefano Torrione, fotografi che con linguaggi
differenti hanno indagato il tema del territorio, l’identità e la tradizione nell’ambiente montano.
La peculiarità de LO FI ROS è quella di introdurre sempre un progetto fortemente legato alla tradizione locale, in questo caso quello di Ezio e Sara Dellosta che attraverso il loro reportage “Ferro, Fuoco e Forza” raccontano il lavoro artigianale del maestro fabbro Mauro Savin, che realizza campanacci per il bestiame intonati musicalmente, unici nel loro genere.
La compagnia teatrale QU.BÍ ha presentato una serie di azioni performative tratte da testi teatrali, poesie e racconti tratti dalla tradizione orale del Comune di Emarèse.
L’installazione “il tutto e le singole parti”, filo conduttore dell’intera iniziativa, di Miriam Colognesi, è il risultato di una ricerca su materiali d’archivio forniti dagli abitanti del villaggio e in parte dal Bureau Régional Ethnologie et Linguistique et Archives historiques.